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" Troupe "
« Artisti stravaganti, muscolosi operai, tecnici, specialisti estrosi, donne belle da farti svenire, sarti, parrucchieri, gente che viene da tutte le parti del mondo e che si intende lo stesso in una babele di lingue un disordine caotico di richiami, grida, arrabbiature, liti, e il silenzio improvviso ottenuto con un urlaccio; e sotto questo disordine apparente un programma mai disertato, un ruolino di marcia sempre miracolosamente rispettato e poi il piacere di stare insieme, di lavorare insieme come una famiglia » Questa è la troupe ( parola francese che vuol dire " compagnia " ), così come lha idealizzata Fellini, cioè quel gruppo tecnico-artistico ( regista, attori, operatore, scenografo, costumista, direttore di produzione e maestranze ) che si forma ogni volta che si tratta di realizzare un film. Tra le maestranze si distinguono i macchinisti, gli elettricisti, gli attrezzisti, i trovarobe, ecc. ecc.. « Cè una soddisfazione sensuale a lavorare a contatto con queste persone forti, autonome e creative Capisco ciò che intendeva Fellini quando affermava che il cinema per lui è un modo di vivere Alle nove esatte hanno inizio le riprese Da questo momento in poi siamo una macchina complessa ma funziona unitariamente, con il compito di produrre immagini viventi » ( Ingmar Bergman ).
La traduzione della parola Grip in inglese significa " tenaglie, pinze ", e viene usata nella terminologia dello spettacolo per indicare la professione del macchinista cinematografico, suo corrispettivo in italiano.
Nellartigianato cinematografico del passato lattrezzista faceva un po di tutto, dal trovarobe al sellaio, dallo stalliere dei cavalli al giardiniere. Oggi, si dedica soprattutto alla messa a punto dei vari effetti speciali " meteorologici " , dalla pioggia sui vetri della finestra alla neve che cade, alla preparazione degli oggetti che servono per la scena, assembla le confezioni dei prodotti per pubblicità, fa lallestimento scenografico, ecc. ecc..
B
E chiamata così la prolunga tubolare a moduli di varie misure, che serve per sorreggere la macchina da presa.
C
E una specie di CARRELLO improprio, in pratica una jeep, un fuoristrada, un camion, un mezzo mobile costruito appositamente su cui è montata la macchina da presa fissa o su braccio dolly. Di solito viene utilizzata per carrellate molto veloci, ad esempio per seguire una scena che si svolge su un altro automezzo in movimento, una mandria che sta transumando ecc. ecc.
E una piattaforma con ruote che scorre su binari, dove viene montata la macchina da presa per riprendere delle scene in movimento.
Ciak
Di solito e di forma rettangolare, può essere di legno, di materia plastica, o di metallo. A uno degli angoli pende, attaccato con una cerniera, una specie di martello, o battente, di colore nero a strisce bianche con lestremità libera. Luso del ciak ( inteso come immagine e come rumore, cioè come oggetto audiovisivo, posto a ogni inizio di quadro ), dopo le riprese servirà al montatore per orientarsi tra i vari pezzi di pellicola ( perché, come si sa, di solito le inquadrature non vengono girate secondo lordine di sceneggiatura ) e per sincronizzare la colonna sonora col visivo.
D
E un braccio meccanico di varie misure, montato per mezzo di una colonna centrale su un carrello, munito di seggiolini per loperatore e lassistente e attacco per la macchina da presa, permette di effettuare delle riprese in movimento dal basso verso lalto e viceversa, a 360° e carrellate in due sensi.
E
Per ottenere sul set unatmosfera nebbiosa tipo " fumo di Londra " , si può ricorrere alla nebulizzazione a caldo di liquidi appositamente preparati. Se invece serve una nebbia densa che salga lenta da un terreno paludoso, si fa evaporare nellacqua dellacido carbonico solido, meglio conosciuto come ghiaccio secco.
F
Durante il montaggio di un film possono essere necessarie delle inquadrature di raccordo tra una scena e laltra. E il momento di andare a rovistare tra i " fegatelli " , cioè tra i pezzi della pellicola impressionata durante le riprese secondarie di luoghi o di particolari di scena, poi tralasciati durante la lavorazione.
G
Nellindustria del cinema il generico sta un gradino più su della COMPARSA, sia come paga sia come prestazione. E un attore cui viene assegnata una piccola parte, magari con qualche battuta, e che viene scelto in base a precisi requisiti personali ( detà, daspetto fisico, di abilità, ecc. ecc.).
H
THE END, FINE.
I
Pur senza sale, olio e aceto, si chiama così il groviglio di pellicola che malauguratamente può venire a formarsi nella macchina da presa o nel proiettore a causa di un difetto di trazione o per errato inserimento. Sinonimo di " risotto " , in inglese, tanto per non smentirsi coi paragoni gastronomici, si dice spaghetti. Le altre lingue ritornano agli ortaggi: fourrage ( francese ), filmsalat ( tedesco ).
J
Si chiama così un grande schermo cinematografico, sperimentato in Giappone, che rende visibili le immagini anche con la luce diurna.
K
Il grado Kelvin è lunità di misura della TEMPERATURA DI COLORE delle luci. Ogni fonte luminosa ha la sua temperatura di colore: per esempio, la luce diurna ha una temperatura di 5500 K e quella di una candela è di 1000 K.
L
Si chiama così il braccio allungabile fino a sette metri, montato su un carrello, alla cui estremità si fissa la macchina da presa, in modo da poter riprendere in punti altrimenti irraggiungibili, con loperatore che controlla linquadratura e manovra a distanza la macchina servendosi di un monitor. Vi sono altri mezzi tecnici di questo tipo che hanno nomi diversi, si può anche utilizzare un braccio dolly montando una testata remotata in cima al braccio.
M
Tecnico specializzato che si occupa del montaggio e dellutilizzo di: carrelli, dolly, camera car, mettere la macchina da presa in condizione che loperatore la possa usare nel miglior modo possibile, di battere il ciak, e risolvere nel minor tempo possibile molti altri problemi e imprevisti tecnici che possono insorgere anche inaspettatamente in un set ( in inglese: Grip ).
Motion picture
FILM.
N
Detta anche " effetto notte ", è la tecnica impiegata per riprendere durante il giorno facendo in modo che la scena paia svolgersi di notte. Generalmente si usa un filtro blu, regolando il diaframma in modo da avere una sottoesposizione.
O
E il tipo di obiettivo usato nelle riprese e proiezioni di film in CINEMASCOPE per schermo panoramico. In fase di ripresa comprime le immagini in senso orizzontale in modo da concentrare su un fotogramma di normale formato una maggiore quantità di informazioni. In sede di proiezione estende orizzontalmente limmagine coprendo lintero grande schermo.
P
E sul set cinematografico, limpalcatura o la piattaforma sopraelevata, a volte mobile, su cui vengono collocati i proiettori delle luci e/o la macchina da presa. In inglese rostrum.
Q
Nel linguaggio cinematografico è sinonimo di INQUADRATURA, soprattutto nelleccezione temporale di ripresa di unimmagine senza interruzione. Alcuni poi, intendono per quadro anche linquadratura mobile, cioè prodotta da un movimento di macchina. Dal punto di vista tecnico, " quadro " è anche il fotogramma della pellicola e " mettere a quadro " significa far coincidere tale fotogramma con il finestrino della cinepresa o del proiettore. In inglese frame.
R
E chiamato così un pannello ricoperto di carta argentata usato sul set cinematografico per riflettere, durante le riprese, i raggi del solari o quelli provenienti da una fonte di luce artificiale, in modo da rischiarare le zone dombra del set stesso.
S
E il luogo in cui vengono effettuate le riprese. Il set del cinema è il mondo, dovunque la fantasia dei cineasti inventori di storie su pellicola.
T
Vi sono elencati tutti i collaboratori secondari che non figurano nei TITOLI DI TESTA (titoli all'inizio del film).
U
E una tecnica di recitazione che punta alla massima economia dei mezzi espressivi. Al contrario del tipo di recitazione che riceve effetti a volte anche plateali, qui si punta a far nascere il valore dellespressione direttamente dal rapporto tra la fisionomia neutra dellattore e il carattere della scena circostante. Si tratta di una tecnica prossima allEFFETTO KULESCIOV.
V
E un tessuto semitrasparente usato per fare da diffusore di luce, in modo da ottenere immagini flou o ammorbidite lilluminazione deriva da una lampada o da un flash. In inglese gauze.
W
Letteralmente " colonna selvaggia ", indica la registrazione del sonoro eseguita in presa diretta, al momento delle riprese del visivo. Serve come guida per il doppiaggio ( infatti è detta anche " colonna guida " ) per cogliere i rumori ambientali, che al missaggio possono fare da sottofondo realistico alle immagini (COLONNA SONORA).
X
E il corrispettivo americano del nostro " Vietato ai minori " (V.M.). E la classificazione assegnata ai film considerati inidonei ai giovani con meno di 17 anni dalla commissione di autocensura dellassociazione dei produttori.
Y
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Z
Nel linguaggio cinetelevisivo, corrisponde alla variazione della focale durante una ripresa mediante lobiettivo zoom.
Note
Nel linguaggio tecnico internazionale, il carrello come lo intendiamo noi in Italia, viene chiamato: Dolly , ed il braccio dolly, viene chiamato: Crane.
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